Vittorio D’Onofrio (Maracaibo, Venezuela, 1975).
Fin da bambino viaggia dal Venezuela agli Stati Uniti insieme al padre, immigrato dall’Italia nel dopoguerra; il che accresce in lui uno spiccato senso di curiosità verso l’essere umano in rapporto alle società cosmopolite. Ciò gli ha permesso, inoltre, di studiare, conoscere e frequentare fotografi di spessore artistico e professionale, e di cominciare a esplorare, attraverso la fotografia, il mondo che lo circonda, con scatti che tradiscono una visione multi-prospettica della realtà.
“Quando fotografo intorno a me tutto si dissolve: le preoccupazioni, le negatività svaniscono e si rivela un’estetica fatta di spazi di mezzo e di silenzi.”
Nel 2015 inizia a collaborare con alcuni artisti contemporanei. Da queste relazioni e dall’interfacciarsi con le loro opere, matura in lui la consapevolezza che i colori rappresentano la verità assoluta e che la giusta combinazione tra tonalità e sfumature sia in grado di rivelare profondità inesprimibili.
Per questo motivo comincia a dipingere, articolando immagini che abbiano un senso escatologico e narratologico più che speculativo o informale. I suoi lavori sono realizzati inserendo elementi cromatici non tradizionali, con un approccio altamente sperimentale e in parte speculativo e riflessivo. Un atteggiamento che denuncia il suo background fotografico anche in pittura, ricusando la teoria dell’arte-mimesi per un modello artistico che risente delle influenze post-concettuali di fine anni Sessanta